Non esiste ancora online una risposta definitiva e completa, pertanto dal canto nostro proveremo ad analizzare la domanda, a scomporre in più sfaccettature la tematica e sfatare alcune informazioni distorte, con l’obiettivo di chiarire quanto più possibile questo tema scomodo.
Da buona marketer, spesso navigo su internet per conoscere i trend di ricerca e le risposte più blasonate di aziende e bloggers. Ma la domanda “qual è la differenza tra resina e microcemento” so bene che peso ha in un colloquio con progettisti e committenze, e la verità, è che spesso non è neppure facile interpretare una risposta chiara ed esaustiva con poche parole.
Di fatti, per come è posta, è una domanda troppo ampia: a questa dobbiamo prima di tutto aggiungere: tra quale resina e quale microcemento cerchiamo delle differenze? cosa è la resina e cosa il microcemento? cerchiamo delle differenze tecniche o estetiche? oppure economiche? e quali sono le differenze di applicazione?
Angelica Cataldo
Direttore creativo e amministratore ARKdeko' Design.
Responsabile del progetto formativo Percorso SMART ARKdeko'®.
In foto, pavimento in resina autolivellante bianco e doccia in resina cementizia.
Tra quale resina e quale microcemento cerchiamo delle differenze? cosa è la resina e cosa il microcemento? cerchiamo delle differenze tecniche o estetiche? oppure economiche? e quali sono le differenze di applicazione?
Ho deciso finalmente di scrivere questo articolo, dopo essermi scontrata con un post di un blog (di cui non sarò qui a citare il nome) che mi ha sconvolto per la totale distorsione della realtà: una ricerca del tutto errata sulle differenze tra i due materiali, oltretutto assegnando all’uno e l’altro prodotto caratteristiche non veritiere.
Statistica. Sai che da una indagine che sto conducendo tra applicatori di sistemi resinosi, oltre il 60% degli intervistati, nell'approccio al cliente finale e nelle trattative, ha riscontrato maggiormente l’ostacolo INFORMATIVO? ossia il cliente finale è influenzato nelle decisioni da informazioni distorte di mercato.
Non solo quindi la maggior parte delle committenze non ha idee chiare di cosa sia una pavimentazione in resina o microcemento, ma nel momento in cui cerca informazioni ottiene addirittura informazioni sbagliate, fuorvianti e contraddittorie, proprio come il blog nel quale mi sono imbattuta io.
In foto, pavimento in resina autolivellante Pavimento Liquido ARKdeko'®, lucido.
Ecco alcuni luoghi comuni:
“La resina è artificiale mentre il microcemento è naturale.”
Questa è l’affermazione più diffusa online e offline…
“La resina è più resistente del microcemento…… oppure no, forse è il contrario….”
Mi scuso del contraddittorio, ma un utente che cerca in rete, davvero non capisce quale dei due sia più resistente, diciamo che in base a chi vuole vendere cosa, è più resistente o meno..
“Il microcemento è un materiale economico.”
E questo crea lo sdegno dei "produttori" più aristocratici.
“La resina ha un aspetto plastico, il microcemento no.”
“La resina ingiallisce, il microcemento no.”
“La resina è impermeabile, il microcemento no.”
“Per l’effetto lucido meglio la resina.”
“Per le pareti meglio il microcemento.”
...
E potrei continuare con tanti altri luoghi comuni, ai quali ho veramente dovuto rispondere in molti casi di prima persona.
Sono certa che anche tu, che stai leggendo, sorridi e concordi con me che molte di queste affermazioni è davvero data per certa su social e web in generale, o ne hai avuto prova recandoti in una qualunque rivendita edile.
Prima di darti la mia personale definizione della differenza tra i due materiali, definizione che trovi alla fine dell’articolo, ti presento le vere differenze sostanziali.
Sarò breve, concentrata su aspetti pratici e utili alla comprensione di tutti, così come imposto dal nostro modello di formazione del Percorso Smart ARKdeko'®.
In foto, pavimento in microcemento deko'FINO ARKdeko'®.
Definizione delle differenze tra le diverse resine e il microcemento (nell'accezione classica).
Proprio come dicevo all'inizio, occorre prima di tutto designare una classificazione comparativa dei formulati dei quali vogliamo indagare la differenza.
COS'È IL MICROCEMENTO?
Dalla parte del microcemento, vorrei escludere ogni variante e considerare un'unica tipologia di prodotto: un formulato bicomponente composto da una parte cementizia (in polvere) cui si aggiunge un secondo legante di tipo resinoso. Ebbene si! anche se comunemente la parte liquida del formulato è chiamata "lattice" resta pur sempre un polimero, una resina di produzione industriale.
Oppure qualcuno pensa davvero che si impieghi l’estratto completamente vegetale dell'albero della gomma?
No, il lattice utilizzato per la composizione del microcemento è in larga misura una emulsione di resine a base acqua, formulato appositamente per l'impiego come prodotto da rivestimento.
Per conferire proprietà di resistenza e prestazione, tempo di lavorabilità etc, alcune formulazioni apportano anche resine in polvere nella miscela cementizia.
Quindi una prima conclusione che potremmo trarre è che anche il 'microcemento' appartiene alla grande famiglia dei rivestimenti in resina.
La buona pratica del marketing delle aziende commerciali, ha introdotto una massiccia sensibilizzazione alla scelta del microcemento come prodotto ecologico rispetto alla proposta "sintetica" della resina. Ne parlerò più avanti nell'articolo. Inoltre, il solo microcemento non equivale a tutto il rivestimento: ci sono primers, sealers e topcoat che sono resine a tutti gli effetti.
Per scaricare la guida completa in formato PDF:
In foto, pavimento in resina autolivellante poliuretanico deko'FLOOR PU, extra matt, velvet e parete in resina minerale deko'MALTA ARKdeko'®.
Resina: una prima classificazione.
Il termine resina comprende un grandissimo numero di soluzioni di rivestimento, anche se escludiamo tutte le resine che compongono pitture, sigillanti, impermeabilizzanti e altri prodotti per l'edilizia, di resine per rivestimento ne restano comunque una bella quantità. Ho voluto inserire in questa stretta classificazione 3 gruppi.
Resina autolivellante epossidica o poliuretanica.
SINTESI: superficie planare, liscia, compatta o policromatica, di resistenze meccaniche molto elevate. Spessore medio 4 mm, solo per pavimenti. Difficoltà elevata di applicazione. Prezzo di fascia da molto alta a lusso.
Resina cementizia.
SINTESI: superficie planare, liscia o materica, spatolata leggermente sfumata. Ottime resistenze meccaniche. Spessore medio 3.5mm, per pavimenti e pareti, difficoltà di applicazione alta. Prezzo di fascia alta.
Malta resinosa minerale.
SINTESI: superficie planare, liscia o materica, spatolata di colore piuttosto omogeneo. Ottime resistenze meccaniche ed elastiche. Spessore medio 3.5mm, per pavimenti e pareti, difficoltà di applicazione medio-alta. Prezzo di fascia alta.
A primo sguardo, tutte le soluzioni resinose, a parte la prima, non differiscono sostanzialmente dal micro cemento. Vediamo nel dettaglio qualche specifica aggiuntiva, che potrebbe chiarire qualche aspetto e contribuire ad una scelta più consapevole.
In foto, pavimento in resina autolivellante opaco e parete in resina minerale deko'MALTA.
Resina autolivellante epossidica o poliuretanica: le differenze con il microcemento.
Non ha alcun senso confrontare il microcemento con una pavimentazione in resina autolivellante, sia di tipo epossidico che poliuretanico.
Senza scendere troppo nel merito tecnologico del materiale, le caratteristiche prestazionali, aspetti tecnici propri del prodotto e anche di metodologia di applicazione differiscono completamente dal microcemento.
La resistenza all'urto e alle sollecitazioni in flessione e trazione è decisamente più elevata per la pavimentazione in resina, tale da renderla idonea tradizionalmente anche in contesti industriali (con appropriate formulazioni, distintamente per il civile e per l'industriale).
Cambia la metodologia di applicazione del corpo del rivestimento: non più spatolato a basso spessore, ma 'a colata'.
Cambiano i costi: un prodotto premium resina autolivellante ha costi quasi doppi rispetto al microcemento, sempre di formulazione premium.
Diverso è anche, e soprattutto, l'aspetto estetico.
Se davvero si vuole cercare una differenza chiave e fare una scelta tra i due in ambito residenziale o alcuni contesti commerciali, il mio consiglio è di considerare l'estetica. Un amante della superficie compatta, monocolore, lucida o opaca, deve assolutamente scegliere questa tipologia di pavimentazione, perché non è ottenibile con nessun microcemento. Così come all'estremo estetico opposto, l'appassionato della decorazione policromatica e della artisticità, sceglierà anch'esso il pavimento in resina autolivellante.
Resina che può essere applicata solo su superfici piane, perché non tixotropica (è liquida), anche se è possibile ottenere aspetti solid color anche in verticale.
Sfatiamo il mito dell'aspetto plastico.
Solitamente è alla categoria resina autolivellante che viene assegnato il pregiudizio di aspetto plastico.
In realtà, e in questo caso devo essere di parte e parlare delle collezioni di superfici ARKdeko'® PAVIMENTO LIQUIDO, conferiamo finiture addirittura velvet (vellutate) che alla vista e al tatto non hanno nulla di plastico, neppure nella versione elastica poliuretanica. Persino la finitura vetrificata dei pavimenti più decorativi, ha una cristallinità tale da far sorgere dubbi sulla consistenza resina.
In foto, rivestimenti in resina spatolata cementizia ARKdeko'®.
Spatolato resinoso cementizio.
Se l'estetica è definita e si desidera una pavimentazione di aspetto più cementizio e texturizzato, allora ha senso cercare qualche differenza in più che orienti la scelta tra resina e microcemento, perché spatolato cementizio e/o minerale, e microcemento, da un punto di vista estetico, possono essere molto simili.
Sul mercato dei rivestimenti in resina trovano spazio prodotti di formulazione combinata resina epossidica più cemento. Tradizionalmente questo prodotto viene impiegato per la realizzazione a basso spessore di spatolati resinosi, di aspetto più o meno cementizio, a seconda della formulazione e produzione, per ottenere un composto di malta all'acqua spatolabile.
Individuare differenze prestazionali tra i sistemi che impiegano prodotti epossi-cemento e ‘microcemento’ stretto, significa andare a interpretare le schede di sistema e i singoli prodotti che li compongono.
Non è questa la sede, ma vorrei offrirti qualche osservazione, sempre in funzione di una scelta ponderata.
Tendenzialmente un epossi-cemento bicomponente o a tre componenti ha resistenze meccaniche maggiori di un tradizionale microcemento bicomponente, è un prodotto "più duro" perchè il legame chimico resinoso è più forte, ma rispetto al microcemento è spesso anche più rigido, e richiede dunque un ciclo di applicazione che rispetta questa sua caratteristica.
Il trend della massimizzazione delle aziende commerciali ha messo in secondo piano questa tipologia di resina perché più complessa da applicare e con sistemi di posa lunghi e costosi. Ancora oggi però molti applicatori prediligo l'epossicemento spatolato poiché non hanno individuato un prodotto microcemento comparativo per qualità tecnica.
I microcementi più economici, infatti, o quelli fai te, aimé esistono anche questi, non bilanciano la rigidità del cemento con la 'gommosità' del lattice e hanno rispettivamente problemi di fessurazione o di morbidezza, oppure non considerano nella formulazione dei ritardanti di presa, e l’applicazione risulta poco gestibile, ripercuotendosi sull’estetica e resa finale.
A tal proposito raccomando instancabilmente di richiedere la documentazione del fornitore, evitando di affidarsi completamente all'applicatore se questi non fornisce le corrette schede tecniche e di sistema, avendo cura di verificare in cantiere l'uso reale dei prodotti indicati e delle quantità dettate. Resta inteso che esistono applicatori estremamente professionali ed eticamente corretti, con i quali ci rapportiamo quotidianamente.
Diffida, inoltre, da ciò che sembra l'occasione di prezzo del momento.
I pavimenti in resina o microcemento non sono una commodity, la qualità è sempre giustificata con un prezzo medio-alto perché deriva da prodotti e cicli di lavoro di prima categoria. Il prezzo lo interpreterò più avanti nella trattazione.
I sistemi spatolati resinosi, così come il microcemento, per lasciare in mostra le sfumature e l'artigianalità dell'opera data dalla lavorazione manuale della 'spatolata', impiegano strati di protezione finale trasparenti.
Lo spatolato epossi-cemento avendo alla base una resina epossidica, che di sua natura è un polimero uv-sensitive, nelle colorazioni più chiare vira di tono, assumendo una tonalità giallastra. Ancor peggio se la finitura impiegata è epossidica e non poliuretanica, ancor peggio se è uno spatolato bianco o grigio/beige molto chiaro. Per questo si dice che la resina ingiallisce. Parliamo di un fenomeno che interessa le parti più esposte al sole o alle lampade uv. La qualità c’entra poco. E’ una caratteristica propria.
Il microcemento non è invece interessato da ingiallimento (con finitura poliuretanica), pertanto consigliato rispetto alla resina cementizia per le colorazioni chiare o il bianco. Vorrei ricordare che qualunque materiale, le piastrelle, gli arredi e le pitture, cambiano negli anni da un punto di vista del colore.
In foto, pavimento in resina spatolata minerale deko'MALTA ARKdeko'®.
Spatolato resinoso minerale.
Nello spettro delle resine di effetto spatolato naturale, particolare connotazione assumono i prodotti a base di resina e inerti minerali, ma senza cemento.
Prodotti che possono contenere calce idraulica, ad esempio, cocciopesto micronizzato, quarzi silicei.
La prevalenza della parte resinosa e l'origine naturale degli inerti, ma anche la più complessa formulazione, rendono questi prodotti meno economici rispetto al microcemento.
Occorre interpretare le schede di sistema per carpire le differenze tecniche e prestazionali, nonché la corretta applicazione.
Tendenzialmente sono malte a base acqua, monocomponenti o igroidurenti ('asciugano all'aria' induriscono in presenza di anidride carbonica), meno resistenti a compressione rispetto alle malte bicomponenti o al microcemento, ma sono dotate di maggiore elasticità e notevole adesione ai supporti.
Dal punto di vista applicativo, costituiscono superfici più scorrevoli e lavorabili.
Esteticamente, perdendo la componente cementizia, lasciano trasparire un aspetto più omogeneo, meno nuvolato, con colorazioni quindi più compatte anche se lavorate a spatola.
Il concetto di naturalezza lo trovo più giustificato in questi prodotti, come nella nostra deko'MALTA, cui anche l'estetica dona un appeal molto naturale alla vista e al tatto. L'applicazione di questo prodotto, inoltre, non genera polvere in alcun modo, contribuendo alla salubrità del lavoro.
In questo passaggio spero di aver chiarito in grandi linee la differente composizione chimico-fisica dei formulati e le differenze tra i principali sistemi rispetto al microcemento. Naturalmente, ci sono caratteristiche specifiche di ciascuna produzione da volersi considerare.
Per scaricare la guida completa in formato PDF:
In foto, rivestimenti in resina minerale deko'MALTA ARKdeko'®.
Ecologia e benessere tra resina e microcemento.
L’aggettivo “ecologico” per il microcemento si è diffuso talmente tanto da aver perso di vista il suo reale significato. Sovente è impiegato a sproposito da tanti produttori del settore (quanto c'è ecologico in un materiale non riciclabile? Lo sono anche le mattonelle e altri materiali dell'edilizia tradizionale), ma il suffisso "ECO" fa vendere. Sicuramente deve essere impegno comune delle produzioni quello di dedicare la massima attenzione ai criteri di sostenibilità ambientale. I prodotti devono essere certificati CE, sia in termini di prestazioni richieste dalle normative sia a norma con le emissioni di VOC. Occorre tenere sotto controllo gli impatti ambientali dei prodotti, e monitorare i conferimenti nell'ambiente.
Scoraggiamo le committenze a servirsi di resine "autoprodotte" o di dubbia provenienza, in quanto potenzialmente nocive. Questa valutazione va fatta anche per le altre finiture come i legni, le pitture e i materiali edili in generale.
Ma come anticipato non c'è resina o microcemento in assoluto naturali o ecologici, ma esistono certamente superfici del tutto sicure, esenti completamente da formaldeide o VOC, e dunque che assicurano il benessere abitativo nelle case e lavorativo in uffici e laboratori. Per non andare fuori tema, la differenza tra resina e microcemento in questi termini, possiamo riassumerla nella preferenza in entrambi i casi di un prodotto premium di alta qualità, di produzione costante e controllata. Anche se sintetica, la resina epossidica o poliuretanica può essere completamente priva di sostanze dannose, esenti da solventi e VOC, caratteristiche che ne aumentano il prezzo di produzione.
Abbiamo vissuto negli anni della cementificazione e del modello brutalista dell'architettura, e non poteva dirsi diversamente dal trend delle superfici di interni, che vedono protagonista e attuale prediletto il microcemento.
Non è una questione ecologica, ma un mood.
In generale è vero: il cemento proviene dalla cottura di una miscela (in diverse proporzioni) di calcare e argilla, elementi di origine naturale. A seconda che questi componenti si trovino già uniti in natura nei calcari marnosi con opportuna composizione o vengano configurate industrialmente, il cemento si presenta come naturale o artificiale.
La maggior parte dei microcementi commerciali impiegano prevalentemente cemento di produzione industriale, che ovviamente ha un costo più basso.
Per scelta qualitativa e prestazionale il microcemento deko'FINO ARKdeko'® è una formulazione minerale che impiega una miscela di cemento tecnico osmotico, minerali naturali quali calce idraulica e polvere di marmo di Carrara finissima (quando lo si usa infatti si nota uno scintillio durante le fasi di carteggiatura e pulizia della lavorazione, a testimonianza della mineralità del prodotto) e quarzi silicei in curva granulometria chiusa, legati da una emulsione di polimeri all'acqua.
Questa composizione ha naturalmente costi più elevati ma ci permette di presentare un prodotto veramente minerale premium.
Del nostro sistema fanno parte un fondo a base di resina epossidica alto solido e finiture resinose poliuretaniche a base acqua, stratigrafia che ci permette alte prestazioni in ogni ambiente, applicazioni in interior, outdoor e piscine, centri benessere.
In foto, pavimento in microcemento deko'FINO ARKdeko'® per uffici TSU, progetto Lopes Pertile Architects.
Definizione delle differenze prestazionali.
Ed è a proposito delle prestazioni, già anticipate nei paragrafi precedenti, che vorrei affrontare un aspetto ancora più scomodo. La resistenza ai graffi. "Si graffia di più la resina o il microcemento?" Ancora una volta una domanda frequente ma al contempo errata.
Partiamo dal dogma assoluto che tutte le pavimentazioni sono soggette ad usura, sono superfici che lavorano: ci camminiamo, saltiamo, spostiamo mobili e sedie, sporchiamo.
Ebbene, svelo un segreto: tutte queste cose si possono fare sia sulla resina che sul microcemento.
La domanda corretta è: si graffia di più una superficie molto liscia o una superficie più materica? E quale delle due tende a mostrare di più i graffi?
Quando parliamo di graffi sulle resine e sul microcemento, occorre che immagini tuttavia graffi di lieve spessore, pochi micron (se il sistema è prestazionale ed eseguito a regola d’arte), che potrebbero non vedersi addirittura al pari dei graffi su piastrelle.
Vederli o meno è influenzato dal colore, dalla luce, dal gloss (lucidità), dallo strato di usura selezionato o dalla scelta estetica (ad esempio vetrificato assoluto o increspato).
Con i graffi parliamo di compromessi accettabili o meno, secondo la scelta estetica che si vuole perseguire.
Un abito di seta Armani non è meno buono perchè se lo indossi si sgualcisce. Se desideri il prestigio di un abito di seta lo indossi e basta. Anche se sgualcito a fine serata avrai avuto gli occhi addosso da parte di tutti perché il tuo abito era di prestigio.
Allo stesso modo un pavimento in resina o microcemento deve configurarsi come una pavimentazione di pregio ed eventuali segni di vissuto sono da evidenziarsi come tali, come sui marmi, sui legni e superfici assimilabili.
In foto, microcemento deko'FINO ARKdeko'® per villa privata.
Definizione delle differenze estetiche.
Ho già introdotto alcune differenze nel primo paragrafo, e per giungere ad una conclusione su questo aspetto vorrei caratterizzare ulteriormente l'estetica del microcemento.
Ciò che distingue il microcemento (e deve farlo altrimenti tanto vale usare la resina) è una caratteristica estetica predominante cementizia, data da nuvolature più o meno diffuse, sbiancamento nelle parti più idratate, bruciature più scure dove il materiale è ripreso o spianato dalle carteggiature, macchie che alcuni potrebbero definire come difetti, ma che non sono assolutamente classificati tali.
In questo caso, la presenza di macchie/nuvolature rappresenta esclusivamente una caratteristica estetica del pavimento da discutere e definire con separata attenzione. L'applicazione deve essere eseguita, naturalmente, con costanza e il più possibile omogeneamente nella stesura, fermo restando differenze tra grandi spazi e piccole nicchie o scale, dove la manualità subisce inevitabilmente una variazione.
Un applicatore consapevole ed esperto del materiale, riesce a conferire una buona compattezza, ma nel caso l'omogeneità del colore sia un aspetto tecnico-commerciale fondamentale, il progetto della pavimentazione dovrà prediligere una scelta differente di materiale, resina appunto, tra le categorie sopra citate.
Per scaricare la guida completa in formato PDF:
In foto, Pavimento Liquido solid color, parete e scala in deko'MALTA ARKdeko'® per progetto Cortina 2021.
Differenze nelle metodologie di applicazione.
Salvo le resine autolivellanti, che seguono un concetto applicativo a parte, tutte le malte hanno una applicazione a frattazzo, spatolato appunto, con rasature a basso spessore dettate dalle granulometrie del prodotto. Aspetto determinante, quello granulometrico, per la resistenza a compressione di tutti i prodotti in malta.
Una differenza di applicazione importante c'è tra resina e microcemento: la polvere di lavorazione. È inevitabile avere del sollevamento di polvere durante la fase di preparazione e impasto del materiale micro-cementizio, avendo una parte completamente in polvere micronizzata.
È importante avere una buona organizzazione di postazione di lavoro, che permetta di mantenere le superfici e l’ambiente pulito.
Ci sono fattori comuni a tutte le resine e al microcemento, da un punto di vista applicativo.
I cicli di posa, per il settore di interni decorativo e superfici d’architettura, vengono messi in opera in più giorni lavorativi (6-8 giorni è un buon riferimento generale) e necessitano inoltre di tempi di fuori servizio più o meno variabili in funzione dei sistemi (7-10 giorni è il nostro suggerimento).
Tempi più brevi difficilmente sono giustificati da una migliore qualità di prodotto o di posa, ma il più delle volte costituiscono un compromesso economico, che personalmente escludo a priori.
Altro fattore comune di posa: gli spessori. Resine e microcemento per il settore di interni decorativo a pavimento devono avere uno spessore compreso tra 3-4 mm e a parete minimo 2.5 mm (tutti prodotti resinosi e non collanti/rasanti o livelline).
Con questi spessori le applicazioni possono essere eseguite su massetti, piastrelle esistenti, su scale e per i bagni, indistintamente tra resina e microcemento.
In foto, rivestimenti e pavimento in deko'MALTA ARKdeko'® per appartamento privato a Budapest.
Approccio economico: costa di più la resina o il microcemento?
Una delle domande che riceviamo più spesso è "Quanto costa un pavimento in resina? e quanto un pavimento in microcemento?” In entrambi i casi il costo è relativo allo stato del fondo di posa, alla metratura e al tipo di resina, il tipo di lavorazione ed il tipo di finitura.
Davvero molte variabili ne influenzano il prezzo.
Per non essere inconcludente, a parità di metratura, su grande superficie, il pavimento in microcemento è più accessibile rispetto alle resine, avendo una incidenza leggermente inferiore del costo materiali.
Attenzione controlla sempre che il posatore al quale ti rivolgi sia un professionista e che utilizzi prodotti opportuni. Prima di pensare a quanto potresti risparmiare rivolgendoti ad un conoscente, un colorificio o un commerciante leggi questo articolo sui problemi che puoi evitare per i pavimenti in resina o microcemento, consultando una azienda specializzata.
Una volta percorsi tutti questi aspetti, capisco che qualcuno potrebbe non avere ancora le idee chiare e vorrei pertanto dare un mio personale indirizzo.
Non posso evitare chiaramente di essere di parte, quindi per quel che concerne le proposte di superfici d’architettura e decorative ARKdeko'®, dove tutte le soluzioni di rivestimento sono idonee ad applicazioni in campo civile e commerciale, ne consegue la libera scelta su base esclusivamente estetica, certi del fatto che a monte:
1. il prodotto risponde a requisiti tecnico-applicativo efficaci,
2. le valutazioni dei piani di posa e ambientali di applicazione sono effettuate da personale professionista,
3. la documentazione è chiara e trasparente,
4. l’applicazione è eseguita da personale fiduciario,
5. la collaborazione con il progettista è diretta, senza intermediari commerciali.
Per scaricare la guida completa in formato PDF:
Stiamo affrontando questo tema perchè ritengo importantissimo che tu sappia scegliere e affidarti a personale capace di verificare le condizioni di applicazione, adottare prodotti e tecniche affidabili, ricevere assistenza qualificata.
Questo è il solo modo di ottenere il piacere di avere una pavimentazione di pregio in resina o microcemento, durevole e apprezzabile.
ARKdeko'® continua a crescere e viene riconosciuta per la qualità dei lavori svolti oltre alla qualità dei prodotti. Il nostro impegno prevede, assistenza tecnica continua, affiancando le committenze e le imprese nella scelta dei materiali e delle soluzioni applicative, al fine di garantire sempre il migliore risultato estetico e strutturale, e una sinergia professionale al fine di lavorare e operare correttamente, proponendo ai clienti soluzioni di rivestimento di assoluta qualità.
Questo è il nostro settore e vogliamo tutelarlo nel rispetto della qualità che è possibile ottenere con le nostre superfici.
Ne consegue la mia personale definizione della differenza tra resina e microcemento:
Per pari qualità di prodotto e di posa, non esiste resina o microcemento in assoluto migliore l'uno dell'altro, ma può esistere una differente e migliore interpretazione delle esigenze funzionali ed estetiche che quel rivestimento dovrà avere.
©Angelica Cataldo, ARKdeko'®
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